
Tredici, titolo italiano della serie 13 Reasons Why, è un teen drama atipico, almeno in questa sua presentazione, in quanto unisce le classiche caratteristiche del genere young adult, come la vita della comunità giovanile di un fittizio piccolo paesino americano, ad un mistery più cupo, per sfociare in un genere di critica sociale, declinata al mondo giovanile, che abbiamo potuto ritrovare, se mi passate il paragone un po’ forzato, in alcuni film di Sophia Coppola. Il risultato, in questa introduzione, è comunque valido e Tredici appare come un prodotto gradevole e ben costruito, con una storia che si può sviluppare molto bene, un percorso chiaro e tracciato, ma molte dinamiche in divenire che non danno certezze assolute allo spettatore. Tredici e una costruzione a ritroso La costruzione della storia è ben congegnata. Veniamo precipitati ad abrupto nella trama, in un momento in cui tutto è già successo e l’elaborazione del lutto, per il suicidio della ragazza, sembra essere il fattore dominante dei primi minuti, pur essendo un’elaborazione sui generis, tipica del mondo social moderno
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