Tecnologia 5G: come si prepara l’Italia





 A partire dal 2020 la tecnologia 5G diventerà, lentamente, il sistema nervoso mondiale. Ogni cosa, ogni persona, ogni casa, infrastruttura, macchina o azienda sarà connessa in 5G. Si tratta della rete internet di quinta generazione ad altissima velocità e bassa latenza che andrà a sostituire l’ormai vecchia 4G collegando milioni di dispositivi in tutto il mondo e permettendo la realizzazione di progetti che ora sembrano fantascienza come le auto connesse, l’Internet of Things, le Smart City e le Smart Home. I pericoli della rivoluzione tecnologicaSi tratta di una rivoluzione tecnologica importantissima che muove interessi economici, politici e scientifici immensi e con questi determina anche notevoli preoccupazioni sul tema della sicurezza digitale. Per questo l’Italia cerca di tutelarsi con grande anticipo. Lo ha fatto inserendo all’interno del cosiddetto decreto Brexit (quello che vuole disciplinare i servizi bancari, finanziari e assicurativi in caso di uscita no deal dell’Inghilterra dall’UE) anche novità in materia di telecomunicazioni.La proposta – di firma leghista e fortemente voluta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti – è quella di rimettere mano alla Golden Power, ovvero a quelle norme che permettono a un governo di tutelare gli interessi nazionali, per istituire uno scudo pubblico che obblighi aziende e costruttori a comunicare tempestivamente lo sviluppo di progetti in 5G.Lo scudo 5GNella tarda serata da Palazzo Chigi una nota della Lega sottolinea come “Nelle ultime settimane il governo, condividendo la crescente preoccupazione in termini di cybersecurity da parte della comunità internazionale inclusi USA, G7 e la stessa Commissione europea ha lavorato all’ampliamento del Golden Power con particolare riferimento allo sviluppo della tecnologia 5G.”E poi entrando nel merito della nuova misura precisa: “La norma estende l’obbligo di notifica già previsto dal Dl 21 del 2012 anche agli acquisti da parte di imprese, pubbliche o private, aventi ad oggetto beni o servizi relativi alla progettazione, alla realizzazione, alla manutenzione ed alla gestione delle reti di comunicazione elettronica basate sulla tecnologia 5G, quando posti in essere con soggetti esterni all’Unione europea”.”In pratica – conclude la nota – tecnicamente si è definito con norma un ambito di applicazione specifico del Golden power aggiungendo la nuova fattispecie applicativa agli acquisti”.La minaccia asiaticaIl cosiddetto scudo 5G riferendosi ai “Soggetti esterni all’Unione europea” intende in primo luogo la Cina (e in generale ai paesi asiatici fuori dal Patto Atlantico) e arriva proprio mentre a Roma l’Italia si appresta a firmare il difficile memorandum d’intesa sulla cosiddetta Via della seta, ovvero quel progetto fortemente voluto dal presidente cinese Xi Jinping (che è già arrivato a Roma) che dovrebbe avvicinare il paese asiatico all’Europa.Si tratta di un progetto industriale, commerciale e di infrastrutture per poter ampliare la forza economica cinese nel vecchio continente, con tutte le ripercussioni che potrebbe avere se la potenza del gigante asiatico entrasse a gamba tesa sui già fragili equilibri dell’Europa.L’apertura della Via della seta avrebbe anche grandi impatti sul fronte delle telecomunicazioni tanto che lo scorso 12 marzo il Parlamento UE ha firmato una risoluzione proprio sulle minacce per la cyber sicurezza dovute all’aumento della presenza tecnologica cinese nell’Unione.I pericoli del 5GCosa potrebbe succedere, infatti se, ad esempio, comunicazioni strategiche come quelle militari o industriali non fossero protette da fornitori che rispettino le norme di sicurezza informatica occidentali

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Pubblicato il: 22 Marzo 2019

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