
«Agire rapidamente per l’avvicinarsi delle elezioni europee». I giudici del tribunale del Riesame hanno respinto il ricorso presentato dai legali di Gianluca Savoini – indagato a Milano per il caso dei presunti fondi russi alla Lega – che avevano chiesto il dissequestro dei documenti, delle chiavette usb e dei telefoni dell’ex consigliere e collaboratore di Matteo Salvini che sarebbe implicato in questa trattativa a base di petrolio in cambio (anche) di soldi – i rubli – da far finire nelle casse del Carroccio. LEGGI ANCHE > Sullo smartphone di Savoini l’accordo del Metropol per i 65 milioni alla Lega Una trattativa lampo: cotta e mangiata nei pochi incontri tra i tre italiani (tra cui, appunto, lo stesso Gianluca Savoini) e i due emissari russi.
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