Ci sono solo 21 piccole imprese del Friuli su 1.117 che oggi non farebbero scattare alcun segnale di allerta





Da una parte il nuovo Codice sulla crisi d’impresa (dal 16 marzo sono entrate in vigore alcune delle norme, si veda altro articolo di BeBeez) e dall’altra i maggiori obblighi di controllo da parte delle banche dettati da principi dell’AQR (Asset Quality Review), rischiano di produrre una ulteriore stretta creditizia, dall’altra, sebbene entrambi siano ispirati a un maggior controllo e dalla volontà di fare emergere preventivamente lo stato di crisi aziendale. Lo dimostra il risultato di una serie di simulazioni condotte da Leanus per BeBeez sull’impatto sull’economia reale di quanto previsto dalle norme (si veda qui l’analisi aggregata completa a livello nazionale). I  risultati delle simulazioni sull’impatto sull’economia reale di quanto previsto dalle nuove norme sono presentati da BeBeez  ogni settimana, circoscrivendo l’analisi alle singole regioni. Questa settimana ci concentriamo sulla Calabria (qui invece le precedenti analisi su Calabria, Toscana, Sicilia, Liguria, Marche, Puglia, Lazio,  Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Campania e Veneto). A giudicare dalle evidenze emerse dall’analisi che Leanus ha effettuato su un campione di 1.117 piccole imprese friulane (ricavi compresi tra 2 e 10 milioni di euro) solo 21 imprese non farebbero scattare neanche un segnale di allerta o trigger AQR, obbligandola direttamente o attraverso i propri professionisti a giustificarne le ragioni e a dare sufficienti garanzie sul futuro aziendale

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Pubblicato il: 20 Maggio 2019

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