
«Ebba è stata vendicata». Quando la signora e il signor Åkerlund hanno saputo che il cacciatore neozelandese di scalpi islamici agitava il fantasma della loro bambina come movente della mattanza nelle moschee di Christchurch, si sono sentiti riafferrare dentro il gorgo. Era un giorno di primavera di due anni fa, e Ebba Åkerlund si trovava a passeggio per la via pedonale più sicura di Stoccolma, quindi del mondo. Stava tornando a casa da scuola. Non ha sentito il rombo del camion guidato dal terrorista uzbeko che ruggiva alle sue spalle
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