Come si forma un terrorista islamico





Si stima che siano 600 i detenuti presenti nelle carceri italiane che sono a rischio “terrorismo islamico”. Non è un caso, e non avviene solo in Italia, che proprio durante i periodi di prigionia avvenga quel processo di affiliazione e radicalizzazione. Un processo suddiviso in 4 fasi precisePreradicalizzazioneE’ la condizione da cui parte il fenomeno, su cui incidono fattori sociali e psicologici soggettivi, che rendono il detenuto (non per forza di religione islamica) più vulnerabile alle ideologie radicali: per esempio, un legame familiare o affettivo con chi abbia subito persecuzioni o atti discriminatoriIdentificazioneE’ la fase in cui il detenuto, influenzato dalla propaganda radicale, comincia ad identificarsi con chi le propugna. Il recluso non islamico si allontana dalla sua identità religiosa e dalle sue frequentazioni abituali per avvicinarsi a gruppi di reclusi musulmani.IndottrinamentoIl detenuto intensifica il suo approccio alle tesi radicali. Questa fase porta all’associazione con altri reclusi, a volta anche soltanto per pregare insieme, e costituisce un serio indicatore di pericolo. Il detenuto indottrinato si fa crescere la barba e sulla fronte a volte spunta anche il callo della preghiera, tipico dei fanatici musulmaniJihadizzazioneE’ la fase in cui il detenuto indottrinato passa all’azione ed alla dimostrazione, in nome della sua nuova ideologia.

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Pubblicato il: 7 Gennaio 2019

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