
Un approccio innovativo e ricco di promesse per combattere i tumori consiste nell’insegnare alle cellule del paziente a riconoscere quelle malate. Dopo il parere favorevole per due farmaci, espresso dal Comitato per i medicinali per uso umano dell’Ema, agenzia europea del farmaco, a fine giugno, ora la Commissione Europea li ha autorizzati all’immissione al commercio. Si tratta del tisagenlecleucel (nome commerciale Kymriah, rodotto da Novartis) per il trattamento della leucemia linfoblastica acuta (LLA) a cellule B nei pazienti pediatrici e fino ai 25 anni di età e il linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) negli adulti, per le forme che non rispondono alle terapie tradizionali. L’altro farmaco, autorizzato nei paesi UE più Norvegia, Islanda e Liechtenstein, è l’axicabtagene ciloleucel (prodotto da Gilead) per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B e con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B, recidivanti o refrattari. Armare il sistema immunitarioIl principio in base al quale funzionano questi farmaci consiste nel prelevare i linfociti T del paziente, un tipo di cellule del sistema immunitario, modificarli in modo che possano riconoscere le cellule tumorali e successivamente reinfonderli del paziente dopo averli fatti replicare. La sigla Car sta per recettore chimerico dell’antigene, la proteina sintetica capace di riconoscere e colpire il tumore attivando le cellule del nostro sistema immunitario.”Questa terapia”, commenta spiega Franca Fagioli, presidente dell’Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pediatrica, “offre una speranza di guarigione a un gruppo di pazienti per cui prima non c’era nessuna cura
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