
Presto, il nostro rapporto con la tecnologia potrebbe cambiare: da semplice appendice del nostro corpo utile a fare una ricerca su Google o a tenere i rapporti con gli amici, diventerà essa stessa parte di noi, fondendoci con essa. Che sia semplicemente per pagare al supermercato oppure per cercare di risolvere un nostro difetto fisico ci trasformeremo in cyborg e ci sono già numerosi esperimenti che testimoniano lo stadio di avanzamento della ricerca. Da Neil Harbisson a chi si è impiantato un chip per diventare bio-hacker fino a Rob Spence, che ha superato la perdita di un occhio “sostituendolo” con una videocamera wireless e trasformandolo così nel primo “eyeborg” al mondo. In realtà, la camera non è collegata al cervello per cui non serve per vedere, piuttosto per registrare una manciata di minuti al giorno e permettere a Spence, regista professionista, di realizzare documentari con un punto di vista unico. Lo abbiamo incontrato prima della sua partecipazione come speaker alla seconda edizione di Campus Party – la tappa italiana del più grande festival internazionale sul mondo dell’innovazione e della creatività che si terrà dal 18 al 22 luglio a Milano – cercando di farci spiegare cosa significa “hackerare” il proprio corpo e quali sono i possibili scenari in futuro.Come hai perso il tuo occhio?“Ho avuto un incidente con un fucile quando avevo 9 anni nella fattoria di mio nonno in Irlanda
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