
Mangiare una fetta di panettone a luglio e pregare Gesù Bambino «al freddo e al gelo» quando il termometro supera i 30 gradi. E’ il Natale d’estate, un’anomalia diventata tradizione con quattro secoli di storia che si è celebrata in frazione Vagna, sulle alture di Domodossola. Leggenda vuole che la festa sia nata nel Seicento: gli uomini del paese erano lontani da casa il 25 dicembre, all’estero per lavoro, quasi tutti impegnati nel mondo della pastorizia, così avevano chiesto un «secondo» Natale da celebrare in estate con le famiglie. Grazie alla Confraternita del Nome di Gesù avevano ottenuto il permesso dalla diocesi per la seconda domenica di luglio, giornata in cui potevano portare in processione il Bambino come fosse il 25 dicembre. Un rito che si ripete ancora oggi. E ieri per la prima volta ha partecipato il vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla
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