Perché la Città Industriale Olivetti a Ivrea è diventata patrimonio Unesco





L’utopia di una grande fabbrica a misura d’uomo, integrata con una comunità che potesse superare le storture e gli aspetti disumani delle due grandi realtà economiche dominanti alla metà del secolo XX: il capitalismo fordista e il marxismo applicato alle fabbriche sovietiche.In buona sostanza questo fu il sogno (poi realizzato) di Adriano Olivetti, figlio del fondatore del colosso industriale di Ivrea. La Città Industriale nasce e si sviluppa in massima parte con la congiuntura favorevole e l’espansione del business mondiale della Olivetti, negli anni ’50.Una galleria fotografica completa è consultabile a questo LINKDalla fabbrica alla cittàDalla fondazione dell’azienda da parte di Camillo Olivetti nel 1908 l’area produttiva si era sviluppata incessantemente fino agli anni ’40. L’edificio originario, costruito in mattoni rossi secondo i canoni della prima rivoluzione industriale si rivelò ben presto inadeguato.Il primo complesso nuovo risale al 1934, quando alla guida dell’azienda vi è già Adriano Olivetti, figlio di Camillo. L’edificio concettualmente all’avanguardia fu battezzato ICO, dall’acronimo del fondatore Ing.

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Pubblicato il: 2 Luglio 2018

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