
Concludiamo il nostro viaggio nella quarta stagione di Black Mirror con la recensione di Black Museum, episodio contenitore che sintetizza, ancora una volta, i difetti di questa stagione e i suoi pregi e contiene, nascosto come un messaggio in una bottiglia, un grido d’aiuto di Charlie Brooker. Black Mirror, Black Museum: sinossi In un luogo remoto, negli Stati centrali degli USA, c’è un piccolo museo degli orrori, o meglio, di oggetti legati a macabri crimini o vicende di disperazione, con un angosciante sorpresa finale nascosta dietro l’ultima tenda. In questo museo, una giovane ragazza arriva e il gestore di questa struttura l’accompagna in un raccapricciante tour tra i cimeli, in una speciale visita personale. Black Mirror, Black Museum: le nostre impressioni Abbiamo parlato in lungo e in largo di questa quarta stagione di Black Mirror, analizzandone pregi e difetti, partendo dalla bellezza visiva e dalla perfezione tecnica, arrivando all’inconsistenza delle trame e al cattivo retrogusto di vedere qualcosa che non è più bello come un tempo. La sostanza, alla fine, è una: Black Mirror non è più quello che era e il problema principale è l’ottimismo
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