
Per un impietoso scherzo del destino, ieri in Senato il dibattito sul caso Consip è stato inframmezzato dalla commemorazione dell’ex ministro delle Poste Oscar Mammì. Il quale, come tutti i defunti, è stato dipinto coram populo come un grande statista, un marito premuroso e un padre esemplare. E, intendiamoci, probabilmente lo era. Purtroppo però la storia lo inchiodò alla legge che portava il suo nome, quella che nel 1990 riformò il sistema radiotelevisivo. O, meglio, ne fotografò lo status quo, a tutto vantaggio di chi negli anni del Far West incontrollato aveva strappato pezzo per pezzo il monopolio assoluto dell’emittenza privata: e cioè Silvio Berlusconi con le sue tre reti Fininvest.Una legge Polaroid che legalizzava l’illegalità, violando sentenze della Consulta e direttive antitrust europee.
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