
Il ventennio berlusconiano dovrebbe avere insegnato che il modo migliore per prolungare la carriera di un avversario politico consiste nel trasformarlo in un’ossessione. Ai maestri di bon ton della sinistra che fu, la breve campagna d’Italia della famiglia Trump ha offerto una ghiotta occasione per ribadire che quei parvenu sono impresentabili in società. Se la figlia Ivanka in osteria scambia la foto del laziale Chinaglia per quella di un santo, tutti a darsi di gomito. Se la moglie Melania si rifiuta di tenere Donald per mano, fioccano le accuse di maschilismo. Se lui gira per Roma con dieci auto al seguito è un cafone da esecrare, mentre Obama che sgommava con la stessa scorta era un idolo da proteggere
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