Hanno la faccia come il curriculum di Marco Travaglio





Qualcuno si sarà domandato cosa sia saltato in mente l’altroieri al cosiddetto ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, di esortare gli studenti a giocare a calcetto per cercare lavoro, anziché attardarsi a collezionare titoli di studio e di merito nel proprio curriculum. La risposta è arrivata a stretto giro di posta sul Fatto di ieri: la tesi di dottorato scopiazzata qua e là su ricerche altrui dalla cosiddetta ministra della Funzione pubblica e Semplificazione, Marianna Madia (che ha un modo tutto suo per semplificare). Ma poteva pure bastare il pedigree della cosiddetta ministra della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca scientifica, Valeria Fedeli, che spacciava una laurea in Scienze sociali mai conseguita, anche perché non ha neppure la maturità.Poletti è stato sincero: abituato com’è a confrontarsi con falsi laureati e copioni, o con laureati in materie estranee a quelle di cui si occupano con enciclopedica incompetenza (il dermatologo Antonello Soro garante della Privacy, l’avvocato Angelino Alfano ministro degli Esteri, l’imprenditrice della moda Angela D’Onghia viceministra dell’Istruzione, non bastando la Fedeli…), s’è fatto l’idea che i curriculum è meglio nasconderli. A partire dal suo, contenente un prestigioso diploma in Agrotecnica e soprattutto una militanza quarantennale nel Pci-P-ds-Ds-Pd, una presidenza di Legacoop e una vicepresidenza vicaria della Federazione Pallamano, oltre a una leggendaria cena con Buzzi, Alemanno, Panzironi, Casamonica e altri galantuomini.Sfugge però il riferimento al calcetto, sport in cui potrebbe eccellere al massimo nel ruolo del pallone. È invece probabile, anzi sperabile, che Fedeli e Madia almeno nel calcetto vadano forte, visto che sul resto sono debolucce. Intendiamoci: non è che un buon ministro debba essere per forza titolare di una laurea (Alfano, per dire, ne ha una) o di un dottorato di ricerca.

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Pubblicato il: 30 Marzo 2017

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